EDITORIALE NUMERO DI APRILE 2014
 

ANTIFASCISTI, IL 25 APRILE

DI  TOMMASO PIO DELL'AQUILA

 

Il fascismo è il fascismo. Non è né di destra e né di sinistra. Quindi l’antifascismo non è ne di destra e ne di sinistra, ma di tutti quelli che contrastano il fascismo. Questo non è un avvenimento storico, ma un modo di pensare che presuppone supponenza, perché solo gli ignoranti credono di poter fare a meno degli altri e sentirsi superiori; violenza, perché gli ignoranti possono far valere le proprie opinioni solo denigrando chi non fa parte del proprio gruppo; mistificazione, perché gli ignoranti hanno bisogno di far aderire la realtà alla propria immaginazione in quanto questa gli è avversa; demagogia, perché gli ignoranti hanno bisogno dell’adesione totalitaria della popolazione e per farlo solleticano i sentimenti irrazionali e i bisogni sociali latenti, alimentando la paura o l’odio nei confronti dell’avversario politico o di minoranze utilizzate come capro espiatorio e come nemico pubblico, utile alla formazione di un fronte comune, uniformato temporaneamente dalla medesima lotta e dunque scevro di dissenso interno, sviluppando, di conseguenza, l’idea che il dissenso viene considerato al pari del tradimento. 

Non esiste libertà di pensiero. Il pensiero è unico, quello del gruppo. Non esiste coscienza personale, essa è annullata dalla missione di sovrastare l’altro. Sempre e comunque, l’altro è il nemico in quanto tale. 

Il fascismo si arroga la decisione di capire cosa è giusto e cosa non lo è, cosa è il bene e cosa il male. È il male è sempre l’altro. Non ha visioni della società. All’occorrenza prende pezzi di idee che fanno presa nel disagio sociale, indistintamente dalla provenienza e non si preoccupa se questi sono in antitesi fra loro. L’importante è accontentare il popolo per far accrescere il consenso anche distorcendo la percezione della realtà. 

Il culto del capo, il fascino della forza, l’odio verso l’avversario, la distrazione che asseconda bisogni anche creati ad arte sono strumentali alla deformazione della realtà. «Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano». Lo scrisse Antonio Gramsci.

L’antifascismo è tutto il contrario. È libertà di coscienza e di pensiero, è la consapevolezza di trovare accordi per una convivenza paritaria e civile con gli altri, dove tutti hanno la stessa dignità. Dove l’altro è diverso ma la diversità è una ricchezza e non un’erbaccia da estirpare.

Il fascismo non è né di destra e né di sinistra, ma spesso nasce a sinistra e si consolida affettuosamente a destra. Chi si arroga il diritto morale di considerare gli altri fascisti, e chi non difende questo valore trattandolo con diffidenza avvalora una grossa incomprensione: il fascismo non è né di destra e né di sinistra, così come l’antifascismo. Il fascismo è fascismo, cioè autoritarismo e disprezzo della dignità umana. La democrazia è l’opposto, quindi pluralismo e rappresentatività. Destra e sinistra sono visioni di idee della società che abitano dentro la democrazia. Sono progettualità. In questi anni in Italia è venuta meno la scelta della progettualità e quindi della destra e della sinistra in quando la cittadinanza è stata posta dinnanzi alla scelta di persone: essere pro o contro alcuni individui.

Il sole e i colori della primavera portano con sé il 25 Aprile. Il giorno della liberazione sta arrivando e senza distinzioni ideologiche dobbiamo essere tutti antifascisti. Solo chi crede di essere moralmente superiore e vede la perfezione in se stesso non dovrebbe essere contento in quanto non ha capito il senso della democrazia anche se la inneggia.

Lasciamo perdere la nostalgia e gli asti. Io incomincio già a fischiettare un certo ritornello, che senza vergogna e gelosia devono tutti cantare... «Una mattina, mi son svegliato. Oh bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao!».

 

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